Non
è difficile essere felici in Calabria, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico
oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il t... piùI
magici sapori della Calabria
nella
cucina di Filippo Cogliandro
Non
è difficile essere felici in Calabria, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico
oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera dei
Calabresi …… in poche righe l’immenso concetto di
“vita in Calabria” perché è una Regione che va vissuta, appieno, e ti
accorgi che ci sono giovani allegri, sorridenti e aperti, luminosi che vogliono
vivere e ridere, socializzare, stare insieme, ed è anche grazie alla lezione di
Filippo Cogliandro, di professione chef, ormai diventato in Italia una
istituzione, che vuole fare conoscere la sua Calabria bella attraverso la sua
cucina e il suo progetto de Le cene della Legalità, e che, finalmente, la sua contagiosa
risata ti introduce nel suo bellissimo locale, l’Accademia Gourmet, un varco,
scintillante, fatto di colori e gioia, ragazzi che ballano, si trovano e si
ritrovano di nuovo, fatto di tanta gioventù, senza pensieri.
Come un mare
d’agosto, la vista del mare che si vede dal locale di Filippo, la musica fa da sfondo alla cucina dello chef
Cogliandro, ai sapori e i colori, la Calabria nel piatto, per un luogo
conviviale pieno di allegria, la Calabria che tutti vogliamo, fatta di profumi
che ti prendono l’anima, astratti ed evanescenti, rosmarino, lavanda,
elicriso, ginepro… rendono unici questo scorcio di mare, azzurro e cristallino,
fonte d’ispirazione per l’arte, il pensiero e la divagazione.
Sembra tanto lontana la Calabria, specialmente a
Torino, a Milano, per distanza e modi, per kilometri e abitudini ma la gente è
la stessa, fatta di musica, ballo, dj, ragazze belle e sfrontate, minigonne e
short, tshirt e tatuaggi, stare insieme per ridere……i giovani sono tutti
uguali, dovunque, in una Calabria fatta anche di nduja,
mare e sole, ma è anche di altre cose come Storia, Architettura, Matematica, Musica,
le panchine al sole, le palme di dieci metri, città eleganti, porticcioli pieni
di barche di legno dipinto. E poi la terra, i fichi d’india, il dialetto.
Ma
soprattutto la vera Calabria è nei giovani, come dire che “ce l’abbiamo
fatta…”, nel sorriso delle persone che ti accolgono come se fossi in famiglia, come se fossi tornato a casa , andare in Calabria è un po’ come tornare a
casa, quando non ci siamo manca, come se
fosse una persona vera. È il ritmo
naturale della vita. Quando te ne vai, quando l’aereo decolla, non stai
lasciando un luogo, stai lasciando un modo di vivere. che ti ha fatto più felice, e vuoi subito ritornare.
La Calabria che Filippo Cogliandro mostra e vuole fare conoscere è sulla
sua tavola, i sapori della sua terra condivisi dalla sua brigata, una
Dimensione dove convivono e lottano continuamente una splendida arte antica e
un imbruttimento selvaggio, una coscienza antimafia di cristallo e molteplici
forme di illegalità, la generosità dei suoi abitanti, la voglia di andare via
da un posto che non cambia mai e la voglia di tornare per recuperare la propria
anima.
Purtroppo, come ci dice Filippo
Cogliandro, “ il mondo del food vuole “ assaggiare un territorio” con i prodotti, i sapori e i suoi colori, e, per questo, i
cuochi devono imparare a comunicare ed essere ambasciatori del loro territorio,
che, nel caso della Calabria, è fuori mano, fuori dai percorsi che fanno i
critici e i giornalisti del food, Regioni facilmente accessibili, come
l’Emilia, la Lombardia, il Veneto, il comparto enogastronomico deve fare rete,
unire piccoli e grandi produttori in consorzi, organizzarsi e creare una
comunicazione efficace sulla qualità dei prodotti calabri.
E attraverso Filippo, anche Reggio Calabria diventa musica, la sua
cucina è anima e pretesto, unisce le
terre, le regioni, le città, apparentemente per caso, ma in realtà con un luogo
comune e un filo conduttore, che è quello di raccontare, parlare e spiegare e
lo fa con la spontaneità e la semplicità della sua cucina, della sua grande cucina, dove si trovano i
profumi aggressivi della Natura, il
rosso appassionato del fuoco ma anche il bianco puro della sua neve, e anche
l’azzurro accecante del suo mare, è dunque la grande umanità di Reggio e la
maestosità della Reggia di Caserta, che ti
chiamano se te ne vai, ti coccolano quando torni, ti fa piangere per delle
ingiustizie che non ti aspetti, ma ti consola, col suo sole d’oro e il suo mare
di cristallo.
Su di me
collaborazioni a magazine su food and beverage
Dove mi trovo
Firenze
Annalisa Miotto
Ciao a tutti.......domanda ....per fare una pappa al pomodoro ci và la cipolla??? Qualcuno la mette e qualcuno no e io cosa faccio???? Grazie per la risposta