Francesco Fabbretti → Il Convivio: Abbinamento; questo sconosciuto! La nostra tradizione rimanda, con questo vocabolo, alla possibilità di combinare, principalmente, il gusto di un vino o di un distillato ad una determinata pietanza. Fiumi e fiumi di parole si sono spese nel tentativo di d... piùAbbinamento; questo sconosciuto! La nostra tradizione rimanda, con questo vocabolo, alla possibilità di combinare, principalmente, il gusto di un vino o di un distillato ad una determinata pietanza. Fiumi e fiumi di parole si sono spese nel tentativo di dare un certo ordine scientifico a questa arte del palato.
Viviamo in un mondo, lo si voglia o meno, globalizzato, in cui tendenze e gusti virano verso un melting pot culturale del quale spesso, troppo spesso, siamo spettatori al massimo consenzienti. La tradizione del bere un "goccino" di vino in compagnia (l'anglosassone "Drink Socially" prende sempre più piede e, di conseguenza, spesso si va alla ricerca di vini che in sè siano già compiuti, perfetti nelle loro micro-imperfezioni autosufficienti ed in grado di coprire uno spettro gustativo il più completo possibile. Purtroppo, per quanto appagante, tale pratica mostra, in nuce, un concetto tanto reale quanto foriero di presagi non particolarmente benaugurati L'auto-completezza autosufficienza, narrano una dimensione umana, in quanto riflesso di essa, di carattere meta-antropologico: il vino che sta bene da solo riflette il consumatore che sta bene da solo, l'appagamento immediato, la indisponibilità a perder tempo per cercare di comprendere le radici di quanto è "altro da sè". Venerdì scorso, forzato da una fastidiosa influenza, ho trascorso la serata a casa e ho deciso di godermi, si parva licet, un goccio di distillato: il rum clemente mono-varietale canne bleue 100%. Volendo evitare di incorrere in un piacevole quanto futile solipsismo sono quindi andato a cercare nella mia discoteca personale un brano musicale che si "abbinasse" al distillato. Dopo vari tentativi, non sempre riusciti, ho trovato una combinazione particolarmente significativa fra quel rum e la "Sinfonia dal nuovo mondo" di Antonin Dvorak. E' un abbinamento che suggerisco volentieri assecondando con sorsi moderati lo scorrere della musica. Il primo tempo così baldanzoso ed euforico va di pari passo con l'apertura del rum nel bicchiere: note evidentemente tostate, caramellate e una dolcezza che invita il palato con escursioni musicali di corpo poderoso e ben bilanciato. Il secondo Tempo della sinfonia disvela nel gusto le note tristi e interiori di un rum, meglio, di una zona, la Martinica, e di un'epoca che si può ripescare solo in vecchi film o im suggestioni sonoro immaginifiche (diversa zona, stesso concetto con il docufilm "Buena Vista Social Club"quasi evocando lo spirito di un passato che non può tornare. Lo scherzo (III tempo) esalata le caratteristiche del distillato con quell'incedere maestoso e leggero che va di pari passo con un nettare in cui il naso ha ceduto lentamente gli eccessi di dolcezza rivelandone gli aspetti amaricanti e profondi (legno di bambù diresti). Il finale che riassume e sussumma la materia musicale esposta in precedenza sembra richiamare al palato tutte le sensazioni esperite durante l'ascolto: ricchezza, tristezza, novità, ignoto. meno
Convivio da Cum-Vivere, esperire insieme. Il vino ne è una costante ma pur essendo fondamentale tiene un livello di riconoscibilità molto basso. Per fare un esempio nessun convitato si metterebbe a discorrere tecnicamente di vino (se non è quello l'argome... piùConvivio da Cum-Vivere, esperire insieme. Il vino ne è una costante ma pur essendo fondamentale tiene un livello di riconoscibilità molto basso. Per fare un esempio nessun convitato si metterebbe a discorrere tecnicamente di vino (se non è quello l'argomento del convivio). Quello che vorrei fare con tutti i volenterosi è un percorso in tre tappe: ritornare a parlare di abbinamento del vino con immagini, sensazioni, emozioni, testi letterari, opere figurative, musicali. Secondo esaltare l'importanza conviviale del vino nel suo mantenersi discreto eppure essenziale. Terzo Come si dice a Roma "saperci stare!": il gusto è la combinazione di una serie di parametri soggettivi per cui il vino che piace a me, non necessariamente piace a te e viceversa. Muovere quindi le eventuali critiche con precisione ma anche con rispetto, ricevere le critiche con fair-play (non si vince niente...).
p.s.
si pregano i turisti del vino che vanno avanti per mantra auto-ipnotici a tenersi lontani da questo gruppo. Se avete una personale... meno
Aless Eup: Ciao Francesco, è un piacere averti in questo social network dedicato alla gastronomia, qui potrai scoprire e se vorrai farci scoprire di tutto ciò che tratta il mondo enogastronomico, nella sezione gruppi, ci sono molti gruppi, c'è quello del vino, della... piùCiao Francesco, è un piacere averti in questo social network dedicato alla gastronomia, qui potrai scoprire e se vorrai farci scoprire di tutto ciò che tratta il mondo enogastronomico, nella sezione gruppi, ci sono molti gruppi, c'è quello del vino, della cucina storica, delle tradizioni alimentari, ecc...se hai voglia di iscriverti a qualcuno, ben venga, intanto buona esplorazione................................
Su di me
Sommelier, Docente di Sommelierie, Degustatore Specializzato, Relatore, Proprietario dell'Enoteca Balduina
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Annalisa Miotto
Ciao a tutti.......domanda ....per fare una pappa al pomodoro ci và la cipolla??? Qualcuno la mette e qualcuno no e io cosa faccio???? Grazie per la risposta
Convivio da Cum-Vivere, esperire insieme. Il vino ne è una costante ma pur essendo fondamentale tiene un livello di riconoscibilità molto basso. Per fare un esempio nessun convitato si metterebbe a discorrere tecnicamente di vino (se non è quello l'argomento del convivio). Quello che vorrei fare con tutti i volenterosi è un percorso in tre tappe: ritornare a parlare di abbinamento del vino con immagini, sensazioni, emozioni, testi letterari, opere figurative, musicali. Secondo esaltare l'importanza conviviale del vino nel suo mantenersi discreto eppure essenziale. Terzo Come si dice a Roma "saperci stare!": il gusto è la combinazione di una serie di parametri soggettivi per cui il vino che piace a me, non necessariamente piace a te e viceversa. Muovere quindi le eventuali critiche con precisione ma anche con rispetto, ricevere le critiche con fair-play (non si vince niente...).
p.s.
si pregano i turisti del vino che vanno avanti per mantra auto-ipnotici a tenersi lontani da questo gruppo. Se avete una personale dottrina applicatela pure nel quotidiano, ma in questo spazio la laicità è l'unico obbligo morale