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integratore alimentare ginkgo bilobaIl ministero della Salute ha diffuso il richiamo di due lotti degli integratori alimentari a base di ginkgo biloba Ginkgo Simul e Biogin per la presenza di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) superiore al limite consentito: nel prodotto è stata rilevata una quantità di Ipa pari a 70,9 mcg/kg, invece dei 50 mcg/kg di idrocarburi totali ammessi.

I prodotti interessati sono venduti in confezioni da 17,5 grammi pari a 40 capsule con i numeri di lotto 1827801 e 1827802, con la data di scadenza 12/2023.

Gli integratori alimentari richiamati sono stati prodotti da Natursimul di Dossi Riccardo & C. Snc, nello stabilimento di Predappio, in provincia di Forlì-Cesena.

A scopo precauzionale, si consiglia di non consumare gli integratori con i numeri di lotto segnalati e riconsegnarli al punto vendita d’acquisto.

cozze mitili Coop, invece, ha pubblicato l’avviso di richiamo di tre lotti di cozze in rete (Mytilus galloprovincialis) a marchio Agatino Mare, per la presenza di biotossine nei mitili. Il prodotto coinvolto è stato distribuito in confezioni da 1 kg, con i numeri di lotto 31/01/2019, 04/02/2019 e 07/02/2019.

Le cozze richiamate sono state prodotte da Agatino Mare Srl nello stabilimento di via La Maddalena 19, a Siracusa, e sono state distribuite da Società Lepore Mare Spa.

Coop rende noto che il richiamo interessa esclusivamente gli ipermercati della Sicilia. Si raccomanda di non consumare le cozze con i numeri di lotto segnalati e di restituirle al punto vendita d’acquisto.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare agatinomaresrl@gmail.com

Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 20 richiami, per un totale di 48 prodotti, e 2 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda  almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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