Sono i fidati amici a quattro zampe dei trifulao. Inseparabili compagni dal fiuto speciale, aiutano i padroni a scovare i tartufi. La cerca delle preziose pepite è il momento clou per i cani, detti «tabui», che, se ben addestrati, raggiungono ottimi risultati. Da fine agosto ai primi di ottobre si sono registrati episodi di cani morti durante la ricerca del tartufo. Otto i decessi dei quattro zampe sul territorio astigiano. I cani sono venuti a contatto con le esche e deceduti in pochi minuti tra dolori e spasmi. Una vicenda che colpisce il cuore di un settore che già risente di un inizio di stagione con scarsità di prodotto e prezzi alle stelle. Le ultime quotazioni hanno fatto salire il tartufo bianco fino a 800 euro l’etto. A denunciare con rammarico la vicenda è Giacomo Carpignano, presidente dei Trifulao del Monferrato, associazione con sede a Villafranca, nata a febbraio 2017, con all’attivo 72 soci. Le morti sono avvenute a macchia di leopardo e hanno colpito alcuni soci del sodalizio con la perdita dei fidati cagnolini.

Probabile avvelenamento

I casi sono successi a Scurzolengo, Castell’Alfero, Cisterna, frazione Gallareto di Piovà Massaia e località Vignole di Montafia. Difficile far luce sulle cause effettive dei decessi. L’ipotesi più plausibile sembra essere avvelenamento con topicida. «La questione – spiega amareggiato Giacomo Carpignano, componente della Consulta Regionale per la valorizzazione e commercializzazione del tartufo e fondatore dei liberi cercatori di Asti – è molto delicata. In Piemonte è raro vedere una moria di cani da tartufo. Al contrario tra Emilia Romagna e Toscana è quasi all’ordine del giorno». Prosegue: «I trifulao che hanno perso i cani sono disperati. C’è un vero e proprio legame affettivo tra uomo e animale. Alla base della vicenda pare esistano gelosie tra i tartufai». Il trifulao padrone del cane deceduto a Castell’Alfero, che vuole restare anonimo, ha denunciato alcuni giorni fa la morte di una volpe, con le stesse modalità. Complicato capire se i quattro zampe siano stati vittime di un disegno preciso o per un caso fortuito. Carpignano apre la discussione sulle riserve tartufigene, in aumento sul territorio, tra i motivi che stanno creando dissapori nel settore. «Negli ultimi anni - sottolinea – le riserve hanno preso il predominio sui territori liberi. Secondo le statistiche in Piemonte le piante fuori dai confini delle riserve sono passate da 22 mila alle attuali 10 mila. Noi cercatori liberi, che non abbiamo accesso alle riserve, siamo costretti a contrastarci e ad avere a disposizione un territorio troppo limitato. Non dobbiamo coprire le morti dei cani. L’ente regionale deve fare di più e trovare adeguate soluzioni». «Gli animali – conclude Carpignano – non c’entrano nulla. A gennaio ho perso la mia cagnetta Luna. Aveva inspirato polvere di cianuro».

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