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L'attenzione alla sostenibilità del cibo: per gli italiani è la seconda preoccupazione, dopo il lavoro

La ricerca di Nomisma in occasione del lancio del Bologna Award sulle buone pratiche in ambito agroalimentare. Nel momento dell'acquisto, la qualità del cibo vince sulla "comodità" di fruizione

"Salvaguardia dell'ambiente" e "tutela della salute". Sono questi due concetti i primi che gli italiani collegano alla "sostenibilità", quando si parla di cibo e acquisti alimentari. Un'attenzione, quella al sostenibile, ormai ampiamente sdoganata dai consumatori della Penisola.

E' quanto emerge dall'indagine "Chi ha paura del cibo cattivo? Gli italiani e la sostenibilità", promossa da Bologna Award - CAAB, Centro Agroalimentare con Fondazione FICO e Fondazione ENPAM, realizzata da Nomisma e presentata in anteprima in occasione del lancio di Bologna Award 2017. Quest'ultimo è il Premio Internazionale per la sostenibilità agroalimentare, che lancia il bando della sua 2^ edizione, che si celebra a Bologna sabato 14 ottobre, in un'ideale anteprima del "World Food Day" 2017 (16 ottobre).

La ricerca di Nomsima dice dunque che "sostenibile" viene declinato dagli italiani come un termine riferito all'ambiente e alla sua salvaguardia in quattro casi su dieci (39%) o piuttosto alla tutela della salute secondo il 23% degli intervistati. Ma c'è anche chi lo mette in relazione con la biodiversità (15%), con il cibo della tradizione (8%) e persino con l'economia (5%). In ogni caso, la parola sembra entrata nell'uso comune: il 25% degli italiani - 1 su 4! - si dichiara molto ferrato sull'argomento; il 58% la conosce anche se non si sente abbastanza informato sul tema e solo il 18% dichiara di ignorarne il significato. Preoccupazione per la sostenibilità? Fra gli italiani sembra molto diffusa: sommando la paura per i danni all'ambiente (13%) e alla salubrità del cibo (10%) il dato del 23% è secondo solo alla preoccupazione degli italiani per lavoro/disoccupazione (31%) e precede la preoccupazione per il terrorismo (19%), l'immigrazione (14%) e l'incertezza del clima politico (7%).

Dichiarazioni che fanno il paio con quanto riscontrato dalla Coldiretti, secondo la quale dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, si moltiplicano le strategie messe in atto da quasi sei italiani su dieci (58%) che hanno diminuito o annullato gli sprechi alimentari.

Tornando alla ricerca di Nomisma, viene da chiedersi cosa caratterizza, in concreto, un cibo "sostenibile"? I giudizi sono più frammentati: il 18% assimila la sostenibilità alla produzione biologica, un altro 18% ritiene che sia sostenibile il cibo che si acquista direttamente dal produttore, mentre il 15% punta lo sguardo sulla 'sostenibilità' del packaging, riciclabile o biodegradabile. Un 12% delle risposte guarda al produttore e al fatto che il cibo sia 'sostenibile' se gli garantisce un equo compenso, secondo il 10% deve invece tutelare i diritti dei lavoratori e infine il 7% giudica sostenibile un cibo prodotto a basso impatto d'acqua.

Questa attenzione, almeno quando si tratta di rispondere al questionario, porta gli italiani a comportamenti d'acquisto "virtuosi": solo 3 intervistati su 10 dichiarano di privilegiare il prezzo più basso nell'acquisto del cibo (32%), ben 3 italiani su 4 (78%) dichiarano di scegliere il rapporto qualità/prezzo. L'attenzione alla qualità del cibo (58% delle risposte) si antepone alla comodità della sua fruizione (31%) ma anche alla caratteristica ecofriendly di un prodotto alimentare (39%). Il marchio biologico è il fattore protante delle scelte nel 28% dei casi mentre il 55% acquista soprattutto cibo che sa di non sprecate. Prima di aprire il portafoglio l'occhio va innanzitutto all'origine italiana (41%) e poi alla qualità della materia prima (39%). Il 14% dichiara di farsi influenzare dall'impatto calorico degli alimenti e il 5% si fa guidare dalle caratteristiche del processo produttivo, nel momento dell'acquisto.

Quanto al premio, punta a valorizzare le ricerche scientifiche e le iniziative in ambito agricolo e agro-alimentare realizzate da persone, istituzioni e aziende nel segno dello sviluppo sostenibile e durevole. La prima edizione si è celebrata in occasione dell'Expo di Milano e il suo aspetto particolare è che i vincitori, sin dal momento dell'accettazione, si impegnano a donare il valore del premio (8mila €) in favore di progetti e iniziative di settore sostenibili, durevoli e/o solidali, affinché la ricerca possa ulteriormente progredire e moltiplicare circoli virtuosi nell'ambito agro-alimentare e agro-ambientale sul pianeta. Le candidature e segnalazioni per l'edizione 2017 di Bologna Award potranno essere inoltrate attraverso il sito www.bolognaaward.com.

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